Apre a Riesi Muffuletteria, pani cunzatu bistrò

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Apre a Riesi Muffuletteria, pani cunzatu bistrò.

Riesi – Nei giorni scorsi a Riesi, piccolo centro della provincia di Caltanissetta, c’è stata l’apertura ufficiale di Muffuletteria, pani cunzatu bistrò, il progetto dei fratelli Sara e Giuseppe Toninelli e dello chef Enrico Pantorno. I tre soci per valorizzare il loro territorio sono partiti da uno dei prodotti più iconici del centro Sicilia, il muffuletto, un pane tipico, fatto con un mix di farina di grano tenero e di grano duro e semi di anice, realizzato generalmente durante il periodo dei morti e in particolar modo per San Martino, e hanno dato vita al loro bistrò, dove poterlo proporre durante tutto l’anno, grazie al sostegno di Invitalia per le imprese, con i fondi di Resto al sud. La storia di una vera e propria emigrazione al contrario, perché al sud i tre sono tornati per rivalutare e valorizzare un prodotto tipico locale, in un momento in cui proprio i comuni di Riesi e Barrafranca, stando all’ultimo rapporto della Fondazione Migrantes, vantano il non invidiabile primato per l’alto tasso di emigrazione. Per dare vita al loro progetto Sara e Giuseppe sono, infatti, tornati da Milano, dove lei si occupava di confezionamento di regali aziendali di prodotti di enogastronomia, lui, un giornalista che si occupava di comunicazione istituzionale e sostenibilità, Enrico, dopo aver lavorato in diversi ristoranti siciliani, a Dubai e sugli aerei della compagnia aerea di Abu Dhabi, Etihad, come personal chef per gli ospiti della Diamond First Class ed essersi stabilito in Thailandia, ha deciso di stravolgere completamente la sua vita e quella della sua famiglia, ritornare a Barrafranca, suo paese di provenienza e contribuire con la sua cucina alla Muffuletteria. In occasione dell’apertura sono stati organizzati due tavole rotonde dove si è discusso di imprenditoria in Sicilia e di ristorazione.

Alla prima erano presenti Paola di Vita responsabile di Confcommercio di bandi e rigenerazione urbana che ha evidenziato il ruolo importante che giocano i cittadini attraverso le loro attività commerciali, diventando essere i primi attori della riqualificazione dei luoghi.

Vincenzo Durante, referente nazionale del progetto Resto al Sud di Invitalia, ha evidenziato che questo strumento, nonostante la grande opportunità, rimane ancora poco sfruttato in Sicilia, dove in questi anni è stato conferito solo il 15% dei finanziamenti e, di questo, solo il 3% è andato in provincia di Caltanissetta, auspicando alla luce di ciò che progetti come la Muffuletteria possano essere da volano per altre realtà nell’Isola.

Giorgia D’Allura, Associato di Economia e gestione dell’imprese presso l’Università degli studi di Catania, ha parlato di educazione e cultura imprenditoriale, elementi necessari per fare impresa in modo informato e con una base di conoscenza, dei veri e propri driver necessari per cambiare il destino dei territori e delle imprese, garantendone il successo.

Maria Cristina Cinici, Associato di Economia e gestione delle imprese presso l’Università degli studi di Messina, si è occupata di orchestrazione di impresa e territorio per uno sviluppo sostenibile, ponendo l’accento sul ruolo dell’orchestratore e sui vantaggi che il territorio ne trae.

Massimo Picone, Ordinario di Economia e gestione dell’impresa presso l’Università degli studi di Palermo, ha sottolineato l’importanza del ruolo dell’imprenditore come architetto creativo quasi visionario di un’idea ambiziosa, che coinvolge risorse e persone per sprigionare il loro potenziale e lancia in avanti la propria impresa per rispondere alle istanze del territorio.

Gianfranco Lombardo, presidente del Gal terre del Nisseno che ha evidenziato le potenzialità che il territorio può offrire dal punto di vista turistico e l’importante ruolo del Gal quale finanziatore di iniziative e fondi utili alla crescita del territorio, fondi che spesso non vengono spesi perché non ci sono richieste di partecipazione ai bandi.

Giuseppe Toninelli che ha raccontato il percorso, non semplice, affrontato per dare vita al loro progetto, scegliendo di scommettere nella loro terra per poter scrivere una storia diversa che, sperano, possa ispirare anche altri giovani a fare impresa nel profondo sud.

Nella seconda tavola rotonda erano presenti Andrea Graziano founder di Fud Bottega Sicula, il ristorante di street food siciliano che nell’arco di dieci anni ha aperto prima a Catania, poi a Milano e a Palermo, proponendo un tipo di cucina tradizionale in modo inusuale, utilizzando i migliori prodotti del territorio riuscendo così a mantenere l’autenticità siciliana. E proprio la scelta dei tre soci di investire in Sicilia è stata, a parer suo, una mossa furba per la ricchezza della nostra isola.

Marco Timpanaro founder di Scirocco Sicilian Fish Lab, il locale che propone cibo di strada nella forma di fritture di pesce e non solo, avvolte nei tradizionali cartocci di carta paglia, alla Pescheria di Catania. Anche Marco in pochi anni ha fatto crescere la sua azienda, tanto da essere presente col suo marchio all’aeroporto di Catania e, per raccontate il territorio, partecipa spesso anche a eventi fuori dalla Sicilia. Inoltre quest’anno è stato scelto come migliore Street Food in Italia dalla guida 50 Top Italy 2024.

Marco si è soffermato sull’importanza di fare rete che dovrebbe esserci tra i ristoratori e non solo, che non accade in Sicilia ma che invece dovrebbe diventare la priorità, per ottenere successi maggiori.

I fratelli Stefano e Nicola Vitale proprietari di Piazza Scammacca il ristorante pizzeria, realizzato anche grazie al progetto Resto al Sud, che hanno messo in evidenza le grandi opportunità offerte dalla finanza agevolata.

Enrico Pantorno socio e chef di Muffuletteria che ha detto che è tornato in Sicilia perché ha creduto nel loro progetto e nel territorio in cui lo hanno realizzato.

La sua è una cucina fatta da materie prime che hanno una storia da raccontare, con l’obiettivo di innalzare il muffuletto, divenuto veicolo di cultura gastronomica, proposto in varianti di gusto e farciture non convenzionali, da semplice pane di casa a simbolo di una cucina sostenibile, che valorizzi i sapori del territorio. Un mix di sapori siciliani che unisce persone e prodotti, tradizione e modernità in una miscela ricca di gusto.

La ricetta utilizzata è quella di Riesi che è simile a quelle delle altre province in cui viene realizzato, la differenza consiste nella cottura che conferisce al pane una consistenza esterna croccante e la parte interna molto soffice, si ipotizza che il nome muffuletto derivi dal francese mufflè, che vuol dire pane soffice.

Mescolando la ricetta di un pane della cultura gastronomica locale a un pizzico di rivoluzione in cucina, in un locale vivace, colorato e moderno, in cui è possibile abbinare anche vini e birre siciliani, è raccontata la passione per una terra generosa, ma spesso sottovalutata.